Viaggio della Memoria 2023

memoria
Nove studenti del nostro istituto, accompagnati dalla prof.ssa Cecilia Mucchino, hanno partecipato al viaggio-pellegrinaggio  organizzato dall'ANED (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti).
Oltre alle immagini di seguito pubblicate

GUARDA IL VIDEO CON LE IMMAGINI

gli studenti desiderano condividere anche le riflessioni suggerite dall'esperienza, vissuta intensamente e con molta partecipazione e maturità.

------------------------

Il Viaggio della Memoria è stato, senza alcun dubbio, un’esperienza unica che consiglierei a tutti i ragazzi della mia età. 

In soli quattro giorni infatti questo viaggio mi ha permesso di scoprire parti della storia a me prima sconosciute, incrementando così ulteriormente la mia curiosità e il mio profondo interesse per questa tematica che mi sta particolarmente a cuore.

Mettere piede nei campi di concentramento, dove anche il silenzio sa di dolore e sofferenza, ha provocato in me sensazioni contrastanti, di dolore e tenerezza e mi ha reso presente ancora una volta quanto sia fondamentale ricordare tutti coloro che hanno perso la propria vita a causa del nazismo e del fascismo.

La sola cosa che ci resta da fare per assicurarci che orrori di questo genere non si verifichino in futuro è non smettere mai di ricordare le storie di tutti coloro che la propria storia non hanno potuto raccontarla.

Ricordare, ricordare e ancora una volta ricordare, perché chi dimentica è complice.

Maksim

-------------------

Dopo l’esperienza vissuta mi sono convinta per l’ennesima volta di quanto la mia generazione debba ritenersi fortunata.

Pensare a tutte le atrocità che hanno passato quelle persone mi fa rabbrividire.

Venivano tolte le loro identità, le loro abitudini e le loro vite. In quelle stanze le emozioni che ho provato sono state talmente agghiaccianti che non ho parole per esprimerle.

L'esperienza in sé è molto toccante e sicuramente ci ritornerei, per ricordare il passato ma soprattutto per ricordare coloro che hanno lottato e sofferto fino alla morte per la libertà.

Alessandra

---------------------

Quello che mi rimarrà più impresso di questa esperienza è il modo in cui i prigionieri venivano disumanizzati, trattati come bestie, ridotti a un numero tatuato sul polso.

Inoltre non comprendo come gli ufficiali e tutti gli uomini che gestivano il campo di concentramento riuscissero a non sentire alcun senso di colpa e vergogna nei confronti delle loro azioni.

Una delle cose che mi ha sconvolto di più è che i prigionieri venivano “usati” per esperimenti scientifici sulla resistenza del corpo umano, senza in realtà avere basi scientifiche poiché venivano trattati da animali, non avendo infatti il benessere e lo stile di vita di un uomo.

È stata un’esperienza molto forte e molto interessante; secondo me i luoghi fanno molto più di molte parole.

Questa esperienza mi ha fatto capire l’importanza di non dimenticare.

Dimenticando ricadiamo nella cattiveria e nelle atrocità commesse.

Paola

---------------------

Il Viaggio della Memoria, oltre ad essere stato formativo, ha rappresentato un momento di scambio che mi ha particolarmente segnata. È stato toccante vedere in prima persona i luoghi in cui milioni di persone hanno patito, ma soprattutto associare un volto a queste esorbitanti cifre di vittime. Ho infatti avuto l’occasione di leggere i nomi di chi non ha avuto la fortuna di vivere una vita degna di essere chiamata tale, di chi ha perso la vita in nome di un’idea assurda, costruita da coloro che si sentivano i padroni del mondo. Mi sono emozionata nel condividere questa esperienza non solo con i miei compagni, ma con migliaia di persone provenienti da tutto il mondo, in una giornata dedicata al ricordo di questi uomini, donne e bambini che hanno visto spegnersi tutte le loro speranze e progetti di una vita, in questi luoghi atroci, subendo torture disumanizzanti di ogni tipo e condividendo disgraziatamente lo stesso destino.

Di fronte a tutto ciò mi sono sentita così piccola e impotente, e questa cosa mi ha creato molto dolore. D’altro canto, mi ha dato tanto coraggio e volontà di essere una persona migliore, soprattutto più matura. Mi sono resa conto che spesso non apprezzo la fortuna che ho avuto di essere nata in un contesto democratico, dando per scontato che sia una cosa normale…purtroppo non è una cosa normale dappertutto, in quanto ancora oggi nel mondo ci sono tantissime persone che vengono perseguitate per motivi futili, quali la cultura, la religione o la lingua.

Fermiamoci un attimo a riflettere, a pensare che avvenimenti come quelli delle persecuzioni e dei campi di sterminio non sono solo “qualcosa di passato” o “qualcosa di morto e sepolto”, bensì vicende che si stanno ripetendo tutt’ora e che, se le ignoriamo, continueranno a ripetersi.

In conclusione, se avete una giornata libera, se volete andare da qualche parte durante il weekend, considerate l’opzione di visitare questi luoghi. Non serve andare chissà dove, non sono realtà così lontane da noi.

Serena


---------------------

Il Viaggio della Memoria è stato per me un’esperienza indimenticabile, che consiglierei volentieri ai giovani poiché mi ha permesso di scoprire nuovi punti di vista su quella che è stata la costante sofferenza a cui migliaia di persone sono state sottoposte nei campi di concentramento e di sterminio.

Hanno vissuto situazioni inimmaginabili, fondate sulla crudeltà incivile del nazismo e del fascismo, che li privava della loro dignità e identità umana. La sola, agghiacciante idea di essere ridotta a un numero fra centomila ancora adesso mi fa venire i brividi. I numeri sono stati ciò che più mi ha spaventata: durante i trasferimenti da una destinazione a un’altra, su mille persone caricate sui treni ne sopravvivevano a malapena due. Questo ha suscitato in me un senso di solitudine incolmabile e mi si è posta davanti un’orribile domanda: “non provavano sensi di colpa?” Ed è qui che entra in gioco la rabbia. Tutti quegli esseri umani, trattati come bestie, devono averla provata anche loro quando vedevano l’ennesima persona morire di stenti davanti ai loro occhi e io, come loro, mi sono sentita impotente.

Tutte queste emozioni non le avrei potute provare semplicemente leggendo di questi fatti su qualche libro, le ho vissute grazie a questo viaggio, che sarà sicuramente difficile dimenticare insieme a tutte quelle persone che hanno perso la vita o sono sopravvissute ai campi di concentramento e di sterminio. Sto usando la parola “persone” molto spesso poiché voglio ridare loro l’identità che gli è stata tolta per tutto quel tempo. Questi quattro giorni mi hanno permesso di associare a ogni vittima della violenza nazista e fascista il loro nome. Vorrei poter ricordarli tutti, ma non mi sarà mai possibile, dato l’esorbitante numero di persone "macellate" nei campi di sterminio.

Dimenticare non è un’opzione.

Maria


---------------------

La sofferenza, la tragedia, la morte, il decadimento dei valori etici e morali dell'essere umano: ecco a cosa siamo andati incontro in questi giorni di visita ai campi di concentramento di Terezin e Mauthausen. Non ci sono mai sufficienti parole per descrivere delle emozioni molto forti e contrastanti, ma ad ogni modo voglio provare a descrivere le immagini più vivide che mi porterò dietro per sempre nei miei ricordi.

Ci sono le migliaia e migliaia di tombe delle vittime: tutte messe in fila, una uguale all'altra, senza un'identità, a malapena con un nome.

Inoltre, l'impatto emotivo che ho subito non appena ho visto il forno crematorio è stato devastante e terrorizzante: per un secondo sono riuscita a vedere i corpi delle persone venir trasportati dentro il forno e non fare mai più ritorno. Ho sentito il peso di milioni di vite che si sono ridotte a cenere e polvere da calpestare, senza un minimo di ritegno.

Infine, l'aspetto più importante di questo viaggio per me è stato che al dolore del ricordo si è però anche aggiunta la convivialità, la fratellanza e la forza di volontà che tutti i miei coetanei ed io abbiamo espresso nel voler visitare questi posti così carichi di morte e nel voler ricordare tutte le tragedie avvenute. Questa nostra voglia di metterci in gioco mi fa sorgere spontanea una domanda: saranno le generazioni future sempre più in grado di ridurre la violenza che ancora oggi ci pervade, tendendo conto degli errori del passato?

Lucia


---------------------

Dopo aver visitato i campo di internamento di Terezin e di Mauthausen, mi trovo coinvolto in un viaggio della memoria che mi spinge a riflettere sulla natura umana e sulla forza distruttiva del male. Il campo di Terezin mi ha fatto riflettere sull'utilizzo della propaganda e della manipolazione dell'opinione pubblica da parte dei nazisti per giustificare le loro azioni.

Ciò mi invita a pensare alla capacità dell'essere umano di giustificare le proprie azioni in nome di una causa che crede essere giusta, anche se questa causa si basa su menzogne e manipolazioni; sulla capacità dell'uomo di infliggere sofferenze inimmaginabili a suoi simili, e su come la brutalità e la violenza possano diventare parte della normalità in determinate situazioni. In conclusione, il Viaggio della Memoria attraverso questi campi di internamento mi ha fatto riflettere sulla fragilità della condizione umana e sulla sua propensione al male.

Kirill

---------------------

Nei giorni trascorsi a Praga, Linz e Mauthausen ho provato molte emozioni forti, tra cui alcune in contrasto tra di loro.

È stata un’esperienza molto intensa e istruttiva che ha fatto sì che potessi avvicinarmi molto di più alla storia passata, ma non troppo lontana da noi. Entrare nei campi di sterminio penso sia stata la "prova" più complicata che, assieme ai miei compagni, ho vissuto in questi quattro giorni. Ho visto da vicino i posti in cui moltissime persone hanno sofferto e sono morte, lontane dai loro cari, in condizioni di vita pessime e costretti a lavorare fino alla fine. Ho pertanto capito che la crudeltà delle persone può arrivare a degli estremi pressoché impensabili.

Questo viaggio della "memoria" è stato dunque molto importante per me, perché chi dimentica è complice!

Filippo

---------------------

Il Viaggio della Memoria è stata un’esperienza che ricorderò sempre, perché mi ha fatto riflettere molto sulle tematiche dell’odio e dell’indifferenza. 


Non avevo mai avuto la possibilità di vedere un campo di concentramento prima d’ora e tutte le mie conoscenze a riguardo derivavano da ciò che ho studiato a scuola e che ho letto nei libri; dunque, vedere in prima persona i campi di Terezìn e Mauthausen ha provocato in me un vuoto. Durante le visite, sono rimasta attonita da come la mente umana sia stata in grado di creare dei luoghi ideati esclusivamente per la morte, in cui, agli stessi prigionieri veniva ignorata la loro dignità di esseri umani.

A seguito di queste visite, ho compreso la pericolosità dell’indifferenza che, all’epoca, ha permesso che venissero fatte queste atrocità, ma ho anche compreso l’importanza del ricordo. So che può risultare un’affermazione banale, ma ricordare la tragedia dell’Olocausto e soprattutto cercare di dare un volto e un’identità alle innumerevoli vittime, è l’unico modo che abbiamo per far sì che le ingiustizie da loro vissute non rimangano vane. Mi è rimasta inoltre impressa la visita all’ex ghetto ebraico, in particolare, al cimitero e alla sinagoga in cui sono riportati i nomi di diverse vittime, ma l’evento che ha avuto un maggiore impatto emotivo è stata la cerimonia internazionale per la commemorazione.

Durante quest’ultima ho provato un senso di unità con tutti gli altri partecipanti e mi sono sentita ancora più determinata a voler ricordare il passato, affinché,  anche nel nostro piccolo, ognuno di noi passa fare in modo che presente e il futuro siano migliori.   

In conclusione, ci tengo a consigliare a tutti questa esperienza, perché arricchisce la propria interiorità e permette il confronto e la condivisione di momenti indimenticabili con altri studenti.

Matilde