Cinquanta studenti su un bene confiscato alla mafia in Sicilia

Incontro di presentazione dell'esperienza sabato 11 settembre 2021, ore 16.30, presso Auditorium Alla Fratta di San Daniele (vedi comunicazione qui sotto).

Prenotazione del posto al seguente link: 

https://docs.google.com/forms/d/1f8peQniLqSBSshxOrzoCnqP_SLwcuLX1hi_2NIa2fms/edit

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Pubblichiamo il comunicato stampa relativo all'esperienza vissuta dai nostri alunni. Con un grazie infinito alla prof.ssa Nadia Ferro che ne ha resa possibile l'effettuazione. 

Gli studenti friulani dei due gruppi presso la stele di Capaci e ai piedi dell’albero che ricorda il sacrificio del giudice Giovanni Falcone, nei pressi della sua abitazione di Palermo.

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Cinquanta studenti della Carnia, del Gemonese, del Sandanielese e dellUdinese, su un bene confiscato alla mafia in Sicilia.

Esperienza di volontariato e formazione su un bene confiscato alla mafia, promossa dalla Rete del gemonese “B*Sogno di esserci” in collaborazione con la Rete udinese “Legami di Responsabilità” e con l’ISIS “Manzini” di San Daniele.

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Emozionante campo-scuola a fine luglio a una trentina di chilometri da Palermo, per un folto gruppo di studenti friulani, accompagnati da diversi docenti, nel rispetto delle norme sanitarie e ministeriali.

I ragazzi, appartenenti a undici Istituti friulani - “Magrini-Marchetti” di Gemona, “Manzini” di San Daniele del Friuli,“Paschini-Linussio” e “Fermo Solari di Tolmezzo e a diverse scuole udinesi, Bearzi, Malignani”, “Marinelli”, “Marinoni”, “Sello”, “Stellini” e “Zanon”, nelle due settimane finali del mese di luglio, hanno pulito e gestito un bene immobile sequestrato alla mafia, a Marina di Cinisi, presso l’Eco-villaggio “Fiori di campo”. Gli studenti hanno aderito su base individuale alla proposta promossa dalla professoressa Amalia Ellero, per conto della Reta “B*sogno d’esserci”. La docente Nadia Ferro dell’I.S.I.S. “V. Manzini” ha fatto sì che per gli studenti di San Daniele l’esperienza rientrasse tra le proposte dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (“PCTO”).

I partecipanti hanno avuto modo di incontrare testimoni eccezionali come Giovanni Paparcuri, uomo della scorta unico sopravvissuto nella strage che ha ucciso Rocco Chinnici e che per anni ha lavorato a fianco di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino informatizzando i dati del maxiprocesso di Palermo; Luisa Impastato, nipote di Peppino, con successiva visita a “Casa Memoria” e percorso dei 100 passi che separano la casa del giornalista da quella del boss mafioso Gaetano Badalamenti, che lo ha fatto trucidare e che ha favorito il depistaggio sulla morte del giovane, considerato terrorista-suicida per una ventina di anni, per proseguire poi fino al casolare che fu il luogo dell’omicidio dell’attivista politico siciliano; Massimo Sole e Graziella Accetta, mamma di un bimbo undicenne vittima innocente di mafia che non ha ancora ricevuto giustizia a 29 anni dal delitto, la quale ha raccontato di come anche molti bambini e giovani innocenti vengano trucidati senza motivo dalla criminalità organizzata, come ad esempio suo figlio Claudio Domino e Giammatteo Sole, insieme ad altri 125 (di cui soltanto 109 ufficialmente riconosciuti).

Altri importanti testimoni sono stati il famoso pasticcere Santi Palazzolovittima di un tentativo di estorsione da parte di Roberto Helg, allora presidente della Camera di Commercio di Palermo e vicepresidente Gesap Palermo, riguardante la proroga del contratto di affitto di un locale all’interno dell’aeroporto palermitano – e i coniugi Maria Concetta e Giacomo Randazzo, amici e compagni di Peppino Impastato, che hanno illustrato le conquiste culturali degli anni dell’impegno sociale del Circolo avanguardistico “Musica e Cultura”.

Durante le serate ci sono stati anche incontri con autori di testi impegnati: “I martiri dell’America Latina difensori della terra” di Salvatore Inguì; “Le ricamatrici” e “Donne disobbedienti” di Ester Rizzo; “Squadra Mobile Palermo. L’avamposto degli uomini perduti” e “Dietro ogni lapide. Morti per mafia, vivi per amore” di Alessandro Chiolo, docente di Storia e Filosofia nel quartiere Brancaccio di Palermo.

Oltre alla visita della Riserva naturale del WWF di Capo Rama, ove si è discusso anche di ecomafie e sfruttamento criminale del territorio, il gruppo di studenti ha realizzato il “Percorso della Memoria” nei luoghi delle più sanguinose stragi di mafia, nel centro di Palermo e nei suoi dintorni, a partire da Capaci, ove si è svolto un inaspettato incontro con la vedova del Caposcorta di Giovanni Falcone, Tina Montinaro. Eppoi, il luogo degli eccidi di Piersanti Mattarella, Rocco Chinnici, Libero Grassi, Gaetano Costa e Calogero Zucchetto, con una sosta particolarmente emozionante in via Notarbartolo, dinanzi all’abitazione del giudice Falcone e con l’incontro, in via D’Amelio, con i rappresentanti dell’associazione “L’Agenda Rossa” e con i volontari della “Scorta per la Memoria”, fra cui Antonio Catalano, fratello di Agostino, uno dei cinque agenti della scorta, trucidati in occasione dell’attentato dinamitardo al magistrato Paolo Borsellino, tra cui il giovane muggesano Eddie Walter Cosina.

La delegazione friulana ha incontrato anche l’associazione “Emmaus Palermo”, che si impegna in un progetto di economia circolare, incentrato sul riuso solidale di mobili, oggetti, libri, vestiti... e in opere di rilevanza sociale. Presso il “Mercatino Solidale” di via Caravaggio, la scolaresca ha dialogato con il presidente Nicola Teresi, che ha trattato anche il tema della gestione nonviolenta dei conflitti.

Durante la visita a Palermo, il gruppo ha sostato, infine, dinanzi alle tombe di Giovanni Falcone, nella chiesa di San Domenico, e del martire di mafia don Giuseppe Puglisi, nella Cattedrale.

Tutti i partecipanti hanno concordato nel definire i due campi-scuola un’esperienza unica e indimenticabile, sia per le emozioni provate durante le testimonianze che per la responsabilità della condivisione e gestione di un bene confiscato alla mafia, trasformato in Bene Comune.

«La conoscenza ravvicinata di “Cosa Nostra” e delle sue ramificazioni sociali e territoriali – sottolineano gli insegnanti che hanno condiviso questa esperienza, Caterina D’Aprile, Raffaella Da Rold, Amalia Ellero, Nadia Ferro, Alessandra Giorgessi e Luca Nazzi – ha reso tutti noi maggiormente consapevoli del gravissimo fenomeno criminale, purtroppo da decenni profondamente radicato anche nel nostro territorio, con effetti disastrosi per il sistema economico, ambientale e sociale».

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Allegati

INVITO Progetto Cinisi-signed con protocollo.pdf